Milano Libri

E’ successo un anno fa ma io me ne sono accorto solo ora. Non c’è più la Milano Libri. Chiusa, fallita. Al suo posto in Via Verdi un qualcosa di così insignificante da non ricordarlo nemmeno. Dove c’erano i Gandini e Suntory non c’è più nulla di sensato.

Se me ne sono accorto con un anno di ritardo potrebbe sembrare qualcosa di meno importante, ma non lo è. Aspettavo un nuovo amore per portarlo lì, per fargli vedere cosa era Milano e come quel passato in qualche modo continuava.

Aspettavo che mia figlia piccola avesse l’età in cui io c’ero andato per la prima volta, per portarcela a scoprire vecchi libri illustrati. Fumetti. Persone e non commessi.

La Milano Libri era il precursore dei buoni regalo che ora fanno tutti, scritto a mano dalla Signora Gandini, 20mila Lire, e la finta zia sefardita, zitella grande amica dei miei che ogni Natale me lo regalava.

E il mio consumarlo, la prima volta con una timidezza infinita, avrò avuto dodici anni, poi sempre più spavaldo.

E’ il commissionare alla Signora Gandini un disegno sul mio amore che fa succhi di frutta e avere in cambio un topo che parla di lychee, è cercare un Jeff Hawke all’anno per un regalo di natale seriale, è ancora prima, tra adolescenza e maturità, passare ore e ore al piano di sotto  per trovare  cose divertenti e dolci per Alison. Notare le persone che cambiano.

E’ portarci gli amici che vengono dall’estero, a vedere qualcosa che non è massificato.

E’ passarci, nei tempi di Amazon, per assicurarci che esista ancora. Comprarci un libro strano del piano di sopra. Controllare che la signora Gandini, che non sa cosa rappresenta per me, stia bene.

Un grande rimorso, forse si sarebbero potuti aiutare. Hanno trovato i soldi per la nave di Teseo, forse si potevano trovare per due luci in Via Verdi. Avrei voluto aiutare.

 

Taking’ bout a revolution

Io vado già da qualche anno dicendo a figli ed amici che le cose non vanno bene e che il periodo di pace più lungo della storia sta per finire. Troppi devono troppo a troppo pochi, troppi hanno pochissimo e pochissimi hanno quasi tutto.

Noi, nel senso di noi che andiamo al ristorante, abbiamo uno stipendio e una assicurazione e un ombrellone al mare possiamo tranquillamente non accorgercene. Siamo ancora in abbastanza per poterci illudere di essere quasi tutti. Ma siamo sempre più in un Truman show, e la campana di vetro si sta stringendo.  Ce ne possiamo accorgere solo se ci concentriamo, ci pensiamo e magari leggiamo i libri di storia. Ma il coro della politica fa di tutto per non farcelo vedere. O va tutto bene e “stiamo per” diventare ricchi e famosi, o, per quelli per cui va tutto male, la colpa è degli “altri”, che sono quelli che hanno ancora meno dei moltissimi che non hanno quasi più nulla. Una gara al ribasso, la negazione di ragione, etica e solidarietà. Solo ambizione e bramosia di potere o, per quelli in buona fede, squilibrio mentale.

Nell’ultimo anno mi sento molto meno solo; molti che ne sanno molto più di me e che questa cosa l’avevano vista arrivare da tempo hanno cominciato a parlarne. Anche gente autorevole, tipo il Papa o il fondatore del PD. Non mi fa tanto più contento, mi preoccupa ancora di più. Anche perché le soluzioni proposte non ci sono, sono invocazioni o slogan residuali tipo “acceleriamo l’integrazione europea”. Ha.

E poi, anche se avessero un programma, nessuno li vota, questi pessimisti. E così io continuo a preparare i ragazzi perché se ne possano andare e a pensare a come forse una piccola rivoluzione potrebbe fermare gli ingranaggi. Siamo disposti ad avere un poco meno?

 

 

(updated due giorni dopo)

A cena con amici c’era una figlia diciottenne che è entrata nella conversazione su quanto sopra e ha categoricamente smentito la possibilita’ di una Guerra. Perché’, la sua logica, oggi al contrario di 70 e 100 anni fa tutti   i ragazzi (che sono quelli che poi in guerra ci devono andare) sono molto più istruiti e hanno studiato cosa succede, con le guerre. E’ un ottimo argomento, ed è un fatto vero. Spero che basti. Qualche dubbio ce l’ho, perché’ basta il 20 per cento di estremisti, populisti, fanatici, anche tra i ragazzi, per diventare velocemente maggioranza. E se l’istruzione da sola bastasse a farci essere più logici e migliori ed etici, quante altre cose “di massa” non dovrebbero succedere, ora che tutti studiano fino ai sedici anni?

Ma è stato bello sentire l’ottimismo, e non tutto si può spiegare con la logica e con la storia.. Quindi…