Che bella cena!
Una cosa molto casual, ma che ha messo insieme una dozzina di persone con passati e presenti molto diversi ma molti sentire comuni. Le multinazionali umane, le scienziate ora industriali, le scienziate ancora scienziate, una faccia cosi’ nota di giornalista sportivo che ti viene subito da dargli del tu e che si rivela un meraviglioso affabulatore, la VC prestata alla politica, l’head hunter con delle convinzioni vere, il sovrintendente con idee rotonde su molte piu’ cose, un maestro di cerimonie pieno di leggerezza e gli ospiti pieni di orgoglio e passione per quello che fanno. Persone con uno spessore che va oltre la rappresentazione personale, che va oltre l’ego. Cosi’ raro. Se fossero loro (se fossimo noi) la prossima generazione politica? {Potrebbe cambiare qualcosa).
Mese: novembre 2016
Il Signor G
Mio figlio maggiore si chiama G.
Ha 22 anni ed e’ diventato autonomo. Ieri mi chiama dalla citta’ dove vive e studia, e mi dice che siccome gli hanno dato una borsa di studio non c’e’ piu’ bisogno che gli mandi la somma che gli passavo ogni mese, decisa da un giudice. La borsa e’ meno di quello che gli davo, ma a lui basta, dice lui. Io gli dico che non so, magari continuo, magari la integro, va bene, poi ne parliamo. Riattacco.
Ero in taxi e il tassista ha sentito. E mi ha riportato con i piedi per terra. “Dotto’, momenti cosi’ la devono lasciare con il sorriso sulle labbra per una settimana. Mi creda, non succede spesso”. E via un pippone, ma un pippone buono, un pippone dove lui era piu’ commosso di me.
E mi fa riflettere sulle fortune che ho, e su quanto poco ringrazio per loro.
Ai miei amici che vogliono votare si, e a Massimo Cacciari
Io spero che le elezioni americane vi abbiano fatto riflettere.
A tutti voi che dite “la riforma non e’ perfetta ma bisogna cambiare”, che dite “meglio cambiare che stare fermi”, che dite “guarda in che compagnia sei”.
E che poi avete pensato a che pazzi quegli americani che hanno eletto qualcuno che diceva solo “votatemi, cambiero’ le cose” senza entrare nel merito di quello che diceva, delle tette che si vantava di avere palpato, delle barzellette, dei commenti razzisti, delle idee peggio, dell’ignoranza.
Io non conosco altro rimedio a questa malattia populista che sembra affliggere di nuovo questo mondo che entrare nel merito delle cose, e decidere basandosi se pensiamo siano giuste oppure no. Non basandosi sugli effetti collaterali vantati ma non garantiti. La legge mi sembra giusta, la voto. Mi sembra un pasticcio, non la voto. Fatene un’altra che mi piacera’ e la votero’.
Non ti voto per le promesse che fai, ma per le idee che hai. E se sono idee lunatiche, o se non hai alcuna idea di come le potrai realizzare, arrivederci.
Io voto no, anche se e’ lo stesso voto (per altri motivi) di Grillo e di Salvini e forse persino di Berlusconi (agh!) perche’ credo la riforma sia un pasticcio (e gia’ questo basterebbe), e perche’ credo che la riforma insieme alla legge elettorale crei un pericolo per la democrazia. Non e’ la mia materia, ammesso che qualcuna lo sia, ma almeno meta’ di quelli che queste cose le studiano la pensano cosi’.
Ma non e’ tanto importante cosa voto io, quanto e’ importante che si ricominci a votare per quello che il voto vale. Ti voto perche’ mi piacciono le tue idee e i tuoi piani per realizzarle.
Il voto “per cambiare”, a prescindere dalle idee, ci portera’ in un buco molto nero.
I have tried in my way to be free
It’s Alright, Ma
A me sembra che questo post di Tim Urban dica molto, quindi non aggiungo altro tranne che la musica.