Se c’è il sole e sei triste, non c’è niente di meglio del 25 Aprile per tirarti su. Niente.
Porta Venezia. Colori. Un sacco di Rosso, un po’ di bianco rosso e verde. Lotta Comunista ha più venditori che militanti, e sono quasi tutti in giacca e cravatta. Mah. Ci sono i bambini della scuola del Parco Trotter, e sono proprio bambini, con il loro striscione. Ci sono gli studenti, ci sono le trentenni, i quarantenni con i ragazzini, i ragazzini dei cinquantenni per conto loro, ci sono i sessantenni e anche di più. Questo è il 69esimo anno, pensate. Quante cose si festeggiano per così a lungo?
C’è una novità, il partito di Tsipras. E’ colorato e chiassoso e visibile. Chissà. Organizza una cena Greca come propaganda.
Gli studenti seguono un ragazzo “il 25 Aprile non è un anniversario ma un giorno di lotta rivoluzionario”. Alla quarta volta, il ragazzo tace dopo “il 25 Aprile”; gli studenti sono un poco sorpresi ma riescono a prodursi in qualcosa di simile a uno slogan collettivo. Niente di che, ma c’è speranza.
In mezzo al frastuono un signore corpulento con uno di quegli auricolari startrekkiani urla cose terribili nel suo telefono. E’ squassato dalla discussione, cerca di nascondersi dagli sguardi e dal rumore in una mezza rientranza di una casa ma è troppo grosso. Fa tenerezza, e ti fa ricordare che ci sono sempre cose peggiori di quelle che capitano a te. C’è Cusani (a proposito), ci sarà stato anche Pisapia da qualche parte, di sicuro.
Puoi comprare le magliette. Il Che: “chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. Mi fa venire dei pensieri, ma non ora. Trovo Achille e Giovanna, e torno indietro di 20 anni.
Se vogliamo trovare allo stesso tempo nostalgia e ottimismo per il futuro, andiamoci, in piazza, almeno il 25 Aprile.
hasta siempre, e fischia il vento
https://www.youtube.com/watch?v=BZNbGwXsV1U