E’ un pezzo che non scrivo, e stavo pensando che forse poteva bastare, quando questa mattina, nel tragitto piazzalbaconesco tra il macellaio e l’orefice delle mie verdure sono passato davanti a un bar – mai notato prima. La radio del bar suonava Sacrifice. Ora, Elton John è il nume tutelare e l’intitolatore di questo spazio quindi, entrato nel bar e bevuto il caffè, ho cambiato il mood della giornata
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=qoW4LlOAR5I
Il primo passo è stato andare alla vineria (sempre lì, uno potrebbe non dovere uscire mai da quel piazzale) e chiedere una buona bottiglia di champagne per le ostriche della sera. E insieme alla bottiglia, un bicchiere lì e subito, anche se non era ancora ora .
Il secondo passo è stato quello di attaccare bottone con il padrone. io vado lì da cinque o sei anni, può capitare anche una volta al mese, a bere un aperitivo o un bicchiere dopo il cinema o a comprare bottiglie da spedire a avvocati commercialisti notai, tutto l’universo di Edgar Lee Masters, Ma mai parlato di nulla al di fuori della morbidezza di quel certo chardonnay. Eppure mi stava simpatico, era chiaramente uno come me, ma dovete sapere che alcune enciclopedie online, alla voce “introverso” hanno appiccicato una mia foto per fare prima.
Insomma, ora so molto di lui (lui non molto di me perché comunque c’è un limite a tutto).
Il terzo passo non è un vero e proprio passo ma sono cento passi di pensieri amari. Mi sono trovato al centro di uno dei più grandi (nel mio microcosmo) sprechi d’amore degli ultimi tempi. Amori intensissimi e male indirizzati, male ricambiati, amori ignorati e amori bruciati nel nulla. Amori sprecati, e non sapremo mai con quanta sincerità. Gli amori sprecati sono al centro del 90 per cento dei libri e delle commedie e dei film che riusciamo a leggere e vedere, quindi non c’è proprio da sorprendersi ma esserne al centro riesce ancora a colpirti come una cosa importante, un cosa sbagliata, ingiusta. Ti assuefai alla corruzione, alla politica degli annunci, ai vestiti a sacco di chi ami, alle mucillaggini e alle meduse nell’acqua del mare di agosto ma non a essere coinvolto in uno spreco d’amore circolare.
Nei cento metri tra il caffè e la ribolla gialla mi è cascato addosso il peso di tutto questo spreco. E insieme alla ribolla gialla mi sono detto che da qualche parte questa catena andava rotta. Se sono riuscito a chiacchierare con il vinaio, perché non io? Perché non poter dire, come Rhett: francamente, me ne infischio….?
Insomma ne sono uscito più leggero, e so il perché. Perché bisogna smettere di sprecare. L’amore, e non solo.
https://www.youtube.com/watch?v=VGewQB3mDv4
E perché ho dei sogni.