Sensibilita’

Interno: un nuovo lavoro, un nuovo gruppo di persone, un nuovo microcosmo, con i suoi tic, le sue sensibilita’. Management offsite, si chiama, e puo’ prendere molti formati.

Il mio preferito e’ passarlo in una pista di kart con un bar sufficientemente fornito. Meta’ gare e meta’, appunto, chiacchiere da bar.

Secondo classificato e’ il fare qualcosa di molto zen. Introduzione alla meditazione, o un qualche santone che ti impone le mani e tu davvero senti caldo, e ti chiedi a cosa credere. Anche in quel caso, un calcio-balilla in zona e’ assolutamente necessario per alternare mediazione a scazzo gioioso e agonismo. Capisci quasi tutto di un altro e di un’altra giocandoci a calcetto insieme.

Penultimo viene il profilo piscologico. Ti fanno cento domande, e ne vieni fuori una cosa come INPT. Che vuol dire che alle feste stai in un angolo, sai leggere un foglio excel meglio degli altri e finisci le cose all’ultimo minuto. E scopri che gli altri INPT sono quelli che ti sembravano meno simpatici, e ti fai delle domande.

In fondo alla scala, peggio del peggio, c’e’ la sessione di autocoscienza. Che comincia sempre con qualche giochino vago tipo descriverti al tuo compagno di sedia in 20 secondi, e poi conflusice invariabilmente in un esercizio dove devi dire quello che proprio ma proprio odi dell’organizzazione dove sei. E poi tutti pensano allegramente a come risolvere, in mezz’ora, quello che McKinsey non ha risolto nei tre lustri precedenti.  E tra l’altro ormai si sa che il brainstorming non funziona, tranne l’attempato coach che e’ stato lautamente pagato per l’occasione (d’altronde deve campare anche lui).

Se va bene, si resta sul vago. Se va male, qualcuno ci resta in mezzo, ovvero cio’ che tutti odiano e’ proprio quello che lui fa. Non lui (o lei) , per carita’. La sua funzione. Ha.

 

Insomma l’ultima volta era un offsite del peggior tipo, e c’e’ rimasta in mezzo una collega. Lei controlla gli altri, quindi e’ un facile bersaglio; e ha reagito benissimo, nel senso che e’ scoppiata a piangere. All’inizio io sono rimasto strano, poi ho pensato che l’avrei fatto anch’io, nei suoi panni. Il resto di noi, paralizzati. Il suo capo, che e’ un’altra signora che era anche il capo di tutti noi presenti, ha cominciato a parlare per difenderla, ed e’ scoppiata a piangere anche lei. Per empatia, immagino. Un paio di noi hanno proposto di anticipare la pausa, e ci siamo alzati e ricomposti.

Era stato strano, ma poi a pensarci era stato davvero utile. Mi si era chiarito chi erano i buoni e chi i cattivi. Missione compiuta, per un management offsite.

E invece no, sorpresa di anticlimax. Le due signore sono venute da me a scusarmi. “Tu sei nuovo, chissa’ cosa avrai pensato di noi”. E io sono sprofondato nello sconcerto ma glie l’ho detto, che il loro scusarsi aveva rovinato tutto.

Il tempo del cambiamento e’ proprio lontano……

 

(1964)

 

 

Non ce la fa proprio

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E’ morto Pietro Ingrao,

lo sapevamo, lo immaginavamo. Lascia ancora un poco di vuoto in piu’, ci si abitua a tutto ma quando tutti i costruttori di questo paese saranno morti ci troveremo non solo senza idee e senza passioni ma anche senza identita’. Due o tre generazioni viziate e perdute, se non per noi stessi.

Comunque quello che non ce la fa proprio e’ Renzi. Persino Grasso canta Bella Ciao, sembra una smorfia ma canta, a mezza voce. Renzi  no, inguardabile e invotabile.

 

 

 

 

Oh

Temo di non avere molte parole rimaste di fronte a queste foto di bambini che muoiono mentre i loro genitori cercano di scappare dal peggio.  Si, sapevamo che i bambini morivano. E si,  vedere le foto ci fa stare enormemente male. Ma non si trasforma in azione.

Questa sera c’erano dibattiti di una noia enorme alla festa del PD. Noiosi, inutili, vacui. 7 che parlavano di edilizia a Milano di fronte a settanta che si occupando di edilizia. Addetti ai lavori. La legalita’. Come se la legalita’ avesse bisogno di un dibattito.  Quindi il PD che non si mobilita (ma davvero, in piazza con migliaia di persone, non con quattro dichiarazioni) su un disastro epocale del genere non e’ piu’ il mio partito. Qui il problema non e’ Renzi, Renzi e’ il frutto di un albero secco.

Non so cosa fare, si dovrebbe fare qualcosa. La reazione individuale non produce nessun risultato, quella collettiva non esiste perche’ non porta voti (anzi li porta via). Se qualcuno  che legge sa cosa fare individualmente, me lo dica.

 

Grecia

Non scrivo da un poco, ma oggi ho troppe domande in testa per resistere.
Ovviamente non ho idea di chi vincera’ e di come finira’, ma leggendo tutto e il contrario di tutto su giornali e riviste di economia, mi sono fatto un’idea abbastanza chiara. La Grecia e’ sacrificabile ed e’ sacrificata sull’altare dell’Europa. Il che’ puo’ anche avere senso e andarmi bene dalla mia stanzetta a Milano. Forse a pelle sono piu’ con Bagnai e penso che non stiamo proprio andando nella direzione giusta, ma diciamo che mi va bene cosi’.
Ma il piano funziona se poi, dopo il sacrificio, vengono a chiedere perdono in ginocchio e la rinata “Europa” trova il modo di dargli una ipocrita e pelosa mano (e anche questo non e’ scontato) .
Ma….
Ma se ci fosse qualcuno al di fuori del nostro orizzonte occindentale pronto a fare una mossa. La Russia, forse, non ha i soldi,. La Cina ce li ha. Se la Grecia diventasse una colonia commerciale cinese, come molti stati africani sono gia’? Questo cambierebbe qualcosa? E se grazie alla Cina l’economia greca rialzasse la testa in fretta, l’esempio potrebbe essere contagioso per noi pigri stati sud europei?

Non so, anzi sono sicuro di sbagliarmi. Ma non riesco a togliermi la sensazione che ci guardiamo un po’ troppo l’ombelico.

Il mondo ha sembre cambiato faccia velocemente, e tutto questa stabilita’ di cui abbiamo gioito negli ultimi quarant’anni potrebbe essere alla fine?

 

Intanto vediamo questa sera….

Totalitarismo

Entro nel mio negozio di ottica  e trovo la padrona che legge Hannah Arendt.  E’ bello avere un’ottico cosi’, e invoglia persino me a fare un poco di small talk. Insomma viene fuori che guardandosi intorno le e’ sembrato di sentire un aria un po’, come dire, totalitarista. E quindi un po’ di ripasso non le sembrava inopportuno.

Fast forward un giorno, e immagina una classe di prima elementare; pubblica, milanese, ne’ ricca ne’ povera; gente perbene, avresti detto. Immagina che in questa classe ci sia un bambino “difficile”, che disturba le lezioni, che tiranneggia gli altri, che ogni tanto urla e manda in crisi le maestre. Immagina che i genitori comunichino su una mailing list, tutti, anche i genitori del bambino difficile.  Immagina che questa gente perbene decida che la misura e’ colma, preoccupata che i propri bambini “facili” ne vengano danneggiati.  Immagina che due o tre  di loro decidano che il modo migliore di risolvere il problema sia fare morire di vergogna i genitori del bambino difficile. Immagina che la mailing list diventi il mezzo di questa ordalia. Immagina che  per fermarla si debba provare una, due, tre volte a spiegare a  questa gente perbene quello che dovrebbe essere ovvio, che il gruppo non ha ne’ il potere ne’ il diritto di giudicare.  Immagina che alla fine l’ordalia si fermi, ma che ti resti la sensazione che ricomincera’.

Mi chiedo se sono io fragile, di questo tempi, o se lo siamo tutti….

Ci sarebbe stata bene, qui, “Imagine”

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ma  volevo qualcosa di meno pop.

http://https://www.youtube.com/watch?v=JTTC_fD598A

Definizioni – 2015 – 1

Infinito

Il numero di ristoranti giapponesi in Viale Monza

 

Zero

La probabilita’ che, data una coppia  in un ristorante,
all’alzarsi di uno per andare alla toilette  non corrisponda una sbirciata dell’altro al telefonino.

Vale per donna e uomo, uomo e uomo, donna e donna.


 

Restituiteci gli anni 70 e il loro essere alternativi.

Bread & Roses

Ho visto Pride, ho pianto perche’ al cinema piango sempre, davanti a vittorie e a sconfitte, a gioie e a morti,  a finali lieti e disastrosi. Il buio e le le altre persone amplificano le emozioni, immagino.

Insomma ho visto Pride  e mi e’ piaciuto da morire  anche se come mi ricorda chi e’ del mestiere non ha nulla di particolare dentro, cinematograficamente parlando. Mi e’ piaciuto  perche’ racconta una storia che non ricordavamo, tutti stiamo perdendo la memoria sempre piu’ velocemente, cose accadute trent’anni fa sono gia’ diventate remotissime, e in questa perdita di memoria si annida la perdita della coscienza e questo significa “pericolo” per tutti noi. Quindi evviva chi ci ricorda cosa e’ successo. Che sia come e’ morto Pasolini o cosa era lo sciopero dei minatori in Galles.

E mi e’ piaciuto perche’  racconta di quanto sia importante e difficile essere solidali, e essere leggeri. Mescolare il pane con le rose.

https://www.youtube.com/watch?v=LWkVcaAGCi0

 

Sprechi

Che serata di contraddizioni.

Ristorante super elegante, presidio dei beni di lusso. Addirittura si sono messi insieme, i beni di lusso, per gestirlo. Hanno anche un nome piuttosto   burino  per l’associazione di tali e tanti marchi . Ma il ristorante e’ tutto carino, artistico, storto. Serata organizzata per presentare un libro sugli sprechi alimentari.

Presentano, tre comunisti, o quasi. L’autore del libro, lo e’ di certo. Triestino dalmata, anche se non lo e’ nelle idee lo e’ nei fatti (ma secondo me lo e’ anche nelle idee). Bravo, serio, modesto, simpatico. L’animatore, un mito di RadioPop, lo e’ di certo. L’autorita’, prezzemolina ma super appassionata e competente quando sta nelle sue cose, ha fatto dei diritti e dell’uguaglianza una bandiera.

L’audience primaria (gli invitati all’evento), una banda un poco scompagnata (perdonami P)  di artisti, manager,  foodies, manager dell’expo (ovvviamente), assessori e inbucati (chi scrive).

L’audience secondaria (quelli che semplicemente si trovavano li’ a mangiare): biondone vistose con accompagnatori vistosi e forse famosi, biondine famose con accompagnatori ricchi, una tavolata di 30 fashioniste giapponesi o travestite da giapponesi.

Cuoco famoso (  e bravo ) e probabilmente ricco, anche lui li’ per lanciare il suo futuro nuovo ristorante.

Insomma – cosa ci facevamo a parlare di spreco tra gente che spreca per passione o che non puo’ far nulla per non sprecare?

Infatti alla fine, dopo un’ accorato invito della presidente a mettere un enorme pentolone in piazza del duomo e cucinarci tutto quello che se no andrebbe sprecato, il bambino ha chiamato la nudita’ del re.

Il bambino era un enorme cleptofascista con bionda  che ci ha chiesto collettivamente, da un tavolo nel left field : ma non capite che cosi’ facendo Milano vaffanculo (sic) ?

E, dal suo punto di vista, aveva ragione lui. Potrebbe succedere  che….

 

Emma

Riproviamoci.

E’ la Presidente perfetta. Oggi ancora piu’ di 9 anni e di 16 anni fa.

Non c’e’ motivo al mondo perche’ non sia lei.  E’ di immagine e di sostanza, e’ nuova ed e’ vecchia. E’ intelligente, conosce il paese meglio di quasti tutti gli altri possibili candidati e conosce il mondo meglio di qualsiasi altro possibile candidato.

Certo non ha padrini, o meglio i suoi non sono  in voga oggi. Ma e’ bravissima, per favore per favore per favore eleggetela.

E adorato presidente che lasci, spenditi  per lei, metti i tuoi pesantissimi crediti sul suo piatto della bilancia. Difendila dai giornalieri, dagli arrivisti e dai parassiti, difendila dai qualunquisti e dai perbenisti.

Non  lo saprei dimostrare, ma sono convinto che  eleggere civilmente, al primo scrutinio, Emma Bonino Presidente della Repubblica ci darebbe piu’ credibilita’ di mille manovre, e (molta) piu’ fiducia di 80 euro in busta paga.