Entro nel mio negozio di ottica e trovo la padrona che legge Hannah Arendt. E’ bello avere un’ottico cosi’, e invoglia persino me a fare un poco di small talk. Insomma viene fuori che guardandosi intorno le e’ sembrato di sentire un aria un po’, come dire, totalitarista. E quindi un po’ di ripasso non le sembrava inopportuno.
Fast forward un giorno, e immagina una classe di prima elementare; pubblica, milanese, ne’ ricca ne’ povera; gente perbene, avresti detto. Immagina che in questa classe ci sia un bambino “difficile”, che disturba le lezioni, che tiranneggia gli altri, che ogni tanto urla e manda in crisi le maestre. Immagina che i genitori comunichino su una mailing list, tutti, anche i genitori del bambino difficile. Immagina che questa gente perbene decida che la misura e’ colma, preoccupata che i propri bambini “facili” ne vengano danneggiati. Immagina che due o tre di loro decidano che il modo migliore di risolvere il problema sia fare morire di vergogna i genitori del bambino difficile. Immagina che la mailing list diventi il mezzo di questa ordalia. Immagina che per fermarla si debba provare una, due, tre volte a spiegare a questa gente perbene quello che dovrebbe essere ovvio, che il gruppo non ha ne’ il potere ne’ il diritto di giudicare. Immagina che alla fine l’ordalia si fermi, ma che ti resti la sensazione che ricomincera’.
Mi chiedo se sono io fragile, di questo tempi, o se lo siamo tutti….
Ci sarebbe stata bene, qui, “Imagine”
ma volevo qualcosa di meno pop.