ora basta, basta ora

Ieri  volevo scrivere di cose leggere, di come per distrazione mi avesse chiamato amore tre o quattro volte (si ovviamente le conto…), metterci su magari “Bene” che è pura poesia.

Però non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai…
niente e nessuno ti confonderà
soltanto l’innocenza nei miei occhi, c’è nè già meno di ieri, ma che male c’è
le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure vedi, sono andate via
magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai
e puoi chiamarmi ancora amore mio

Ma ho già troppo De Gregori qui dentro e soprattutto ho capito che non mi stavo proprio muovendo. Che contestare il suo revisionismo storico non serve a nulla. Che non ha pietà, non ha occhi, non ha cuore. Non per me.

Nemmeno un filo sottile, il filo che ho invocato gridando e piangendo e che non c’era prima, non c’è nemmeno adesso; l’istanza non è stata nemmeno considerata, credo nemmeno ascoltata. La mia negazione non l’ha srotolato.

Insomma la negazione deve finire, deve subentrare la rabbia, secondo Kubler-Ross. Non la paura (quella c’è dal primo momento insieme al panico e alla disperazione). E nemmeno la depressione, che per K-R viene dopo ma con me non si è fatta aspettare.  Proprio la rabbia.  Quella che ti fa chiudere e rispondere male e non pensare alle sue reazioni.

“Je m’en fous” potrebbe essere il motto della rabbia. E con lui lo scricciolo rabbioso della Piaf.

Poi ho pensato che alla fine della negazione ci dovesse essere un inno, una celebrazione di quello che ho perso e della sua immensità. Ma non ce l’ho fatta, troppo intimo, troppo personale. E allora Nick Drake, che dice tutto quello che c’è da dire, e lo fa con 10 parole o poco più.

Sonno

Sonno sonno sonno, e nessun successo nel dormire. Come siamo costruiti buffi.

Oggi i due aiutanti mi hanno dato i seguenti consigli. Difenditi. Vattene. Parlane. Non parlarne. Aspetta. Agisci. Cambia. Resta come sei.

Loro lo fanno per il mio bene, si vede che ci sono parecchi me di questi tempi e devono accontentarli tutti.

Oggi, se fossi stato foco le avrei fatto una carezza. Io, che sono il debole. E’ come se fosse debole anche lei, indebolita.

Oggi i miei figli grandi mi hanno dato forza, mi hanno riempito di carezze dell’anima.

La buonanotte è per tutti quelli che amo

Compiti a casa

Primo.

Trova una risposta alla domanda: quale è il tuo posto nel mondo. E’ (anche) questo che mi fa mancare il respiro. Lo sapevo, fino ad ieri. Sapevo dove tornare, ogni volta. Ora quel posto (fisico, mentale, affettivo….) non c’è più – anzi c’è ancora  ma ora è una trappola infernale che ti attira e ti avvelena. L’esercizio consiste nel trovarne un altro, con tutti i suoi perché.

Secondo.

Risolvi il  seguente problema: oggi la stessa persona è

  • il tuo unico e disperato amore
  • la madre dei tuoi figli
  • un mostro epocale

Presenta un piano per ridurre le tre verità a una, massimo due.

A fine esercizio, ascolta questa. Non ci capirai molto ma ti sentirai meglio