Buon Compleanno!

Tutto accade al cinema, il giorno in cui in un attacco autodistruttivo Matteo ha deciso di rivedere, 25 anni dopo, “Il coltello nell’acqua”.

Il cinema della parrocchia della scuola di una figlia, specializzato in cose ricercate e sopraffine, il sublimato della intelligenza cattolica milanese. Vecchi film laici rivisti in una parrocchia di mezza citta’ dal pubblico piu’ borghese del mondo.

Venticinque anni prima, altra parrocchia, quasi campagna al lato di una grande roggia. Il cineforum dell’insegnante di religione. Nuovi e vecchi film laici visti in un cineforum di fuori citta’ da diciottenni che volevano solo innamorarsi.

“Il coltello nell’acqua”, tra tutte le scelte possibili per un cineforum, era gia’ vecchio allora, aveva gia’ quindici anni, Polanski aveva iniziato da ragazzo.

Entrando al cinema Matteo ripensa a come sia possibile che si ricordi solo, di quel film, due persone su una barca che si chiama Cristina. Tutto il resto era svanito, e aveva la sensazione che non fosse svanito con gli anni ma che fosse svanito immediatamente, che non fosse mai esistito, che di quel film avesse davvero percepito solo quello. Forse una ragazza era seduta di fianco a lui e lui si era perso nell’immaginarla innamorata di lui.

Questa sera per un miracolo dei circuiti parrocchiali o per l’intercessione dell’associazione per la sopravvivenza dei proiettori a bobina il film e’ li’ a cento metri da casa, e puo’ scoprire cosa succedeva dopo. Ci va. Sono in pochi, forse una trentina. E’ freddissimo fuori, e’ un po’ freddo anche dentro, tutti tengono sul il cappotto. Il film comincia, Cristina entra nell’ inquadratura e Matteo si addormenta.

IMG_0565

Si sveglia, e fuori c’e’ nebbia. Non la nebbia accennata di piazzale Loreto ma la nebbia delle rogge e dei grandi inverni. Non vede nulla, solo il cappotto rosso di una ragazza, la mano nella sua. Matteo non capisce, ma la mano di lei e’ calda nella nebbia e lui non vede perche’ ritrarla. Camminano nella nebbia, lei ha un buon profumo e parla, parla dei Modena City Ramblers e di uguaglianza. Parla di come a volte si senta fuori posto, di come vent’anni siano difficili e di come saranno i suoi prossimi venti. A lui quella ragazza piace, gli sembra cosi’ giovane e cosi’ grande, inizia a parlare anche lui e si accorge di non sapere piu’ quanti anni ha.

Tutto quello che sa oggi e che sapeva da ragazzo arriva ad ondate nella sua testa. Carole King e i Lumineers. La voglia di provare e la paura di rischiare. I suoi ragazzi e i suoi amici da ragazzi. Si abbandona a una sensazione confusa di non sapere piu’ distinguere tra l’oggi e il domani. Forse, pensa, non e’ cosi’ importante.

Matteo si racconta e la ragazza lo ascolta sorridendo, ride lo prende in giro e lo consola. Non hanno una eta’ mentre si lasciano scoprire dall’altro, a poco a poco.

Camminano e parlano tutta la notte, attraversano i bar e le osterie del paese. Scivolano nel freddo e nella paura senza sentirli, progettano insieme come potrebbe essere il mondo di domani, il loro. Corrono veloci con i pensieri, con le fantasie, tutto e’ possibile, le loro parole costruiscono il futuro.

Sono seduti sui gradini del cinema, all’alba, quando la ragazza gli dice che deve andare. Matteo la guarda e pensa che tornera’. La bacia, una volta sola. O e’ lei a baciare lui. Lei va, non si volta. Lui chiude gli occhi per un secondo pensando a come erano le sue mani. Quando li riapre, passano i titoli di coda.

 

 

 

 

Tagliare

In questo mesi sto faticosamente imparando a guardare avanti, almeno dove e’ possibile. A tagliare, sia quando e’ meglio per me che quando e’ peggio per me. Sia quando lo decido io che quando non lo decido ma lo decide qualcun altro o qualcun altra, e il taglio e’ solo l’abbreviare una agonia. E’ difficilissimo, ti fa anche sentire meglio per un breve momento ma poi lo paghi nella pancia e negli occhi. Lo paghi nei pensieri quotidiani, nei mille scenari possibili e nelle mille cose che non saranno perche’ lo hai deciso tu. Tu speri che l’aritmetica del dolore ti sia favorevole, ma non ne sei davvero certo. Ma l’aritmetica della dignita’ ti da comunque ragione, e alla fine maledici il caso in cui tagliare e’ impossibile.

La riflessione e’ un po’ contorta e troppo recente per essere stirata liscia e resa comprensibile, ma si puo’ spiegare con due canzoni, una dopo l’altra….