In questo mesi sto faticosamente imparando a guardare avanti, almeno dove e’ possibile. A tagliare, sia quando e’ meglio per me che quando e’ peggio per me. Sia quando lo decido io che quando non lo decido ma lo decide qualcun altro o qualcun altra, e il taglio e’ solo l’abbreviare una agonia. E’ difficilissimo, ti fa anche sentire meglio per un breve momento ma poi lo paghi nella pancia e negli occhi. Lo paghi nei pensieri quotidiani, nei mille scenari possibili e nelle mille cose che non saranno perche’ lo hai deciso tu. Tu speri che l’aritmetica del dolore ti sia favorevole, ma non ne sei davvero certo. Ma l’aritmetica della dignita’ ti da comunque ragione, e alla fine maledici il caso in cui tagliare e’ impossibile.
La riflessione e’ un po’ contorta e troppo recente per essere stirata liscia e resa comprensibile, ma si puo’ spiegare con due canzoni, una dopo l’altra….