Primarie – post

Bene i 3 milioni, forse benissimo.

Bene la velocità di reazione, con i nuovi nomi, la squadra.  E i nomi sono giovani, meritano tutto il credito e la fiducia.

Ma non capisco perché adesso un nuovo governo non sia più una priorità.  I “Forconi” a me preoccupano molto, Quando leggo che molte città sono paralizzate mi ricordo come basti pochissimo per bloccare un paese. E vedere l’Italia bloccata da chi protesta contro equitalia non è il mio genere di rivoluzione.

Continuare a vivacchiare così sicuramente tranquillizza Bruxelles (a proposito: qualcosa si sta muovendo: http://www.repubblica.it/economia/2013/12/09/news/evasione_fiscale_semeta_ue-73099401/)
ma non  non credo dia nessuna fiducia, nessun senso di un futuro, nessun cambiamento. Siamo alla cappa, in termini velici.

Proviamo a vincere davvero le elezioni:  a fare un altro “governissimo” per assicurare il semestre italiano saremo ancora in tempo se le cose non andranno bene, ma volete mettere la soddisfazione di un semestre italiano in cui l’Italia dice in che direzione va e dove vuole che gli altri vadano? E non per scherzare.

 

Alison 5

Eravamo piccoli, era sabato mattina e non so come tu eri a casa mia. Eri scontenta per qualcosa che non ricordo bene, e io ero riuscito a farti ridere. Poi mentre guardavamo dalla finestra vedemmo passare, credo, Stefano A.

Io lo stavo per chiamare ma tu mi fermasti; e mi baciasti. Finimmo abbracciati sulla moquette, ognuno con le mani sotto il maglione dell’altro. Nient’altro, io non avrei mai osato.

Il pomeriggio partivo per Pisa per qualche stupida cosa di partito comunista. Pensavo di essere grande, ma solamente scappavo. Prima  di partire venni a salutarti in piscina. Sembravi averlo già dimenticato.

Poi, giorni dopo, non so come, tua madre disse che era stato un peccato il tuo cambiare idea.

Alison 4

E’ un capodanno, e quello è sempre stato un momento difficile.

Ma questa volta no.

Siamo alla fine dell’università  (io) e ci troviamo tutti a casa di Arnoldo. Nevica un poco, e Via Vincenzo Monti dall’alto, con i tram che passano sotto la neve, è un manifesto di quanto Milano possa essere bella.

Siamo tanti, siamo diversi, ci sono le amiche di Arnoldo della scuola tedesca, ci siamo noi matematici.

Tu sei una presenza nota per loro ma non ancora tanto. Dopo la cena  ci muoviamo e andiamo a una festa di qualcuno, ma restiamo poco, e ancora quasi tutti insieme andiamo, lo so che può sembrare incredibile,  in una discoteca in fondo in fondo a viale Padova, dove prima c’era un cinema e oggi c’è un supermercato.

E, incredibilmente, ci divertiamo e balliamo. Si anche tu.

Ma il ricordo dolce è il ritorno, all’alba, io e la mia 127 ti riportiamo a casa e ci fermiamo a fare colazione in un bar, a caso, in corso Buenos Aires.

E tu sei allegra, e mi sei vicina anche se non facciamo nulla, non ci baciamo non stiamo insieme ma per una volta mi basta così, mi basta quel  senso di felicità condivisa.

Whole, lotta, love

Primarie

Non voto. Perché nessuno dei tre mi piace. Perché,  semplificando,  uno è l’apparato  uno il massimalismo uno il democristiano. Siamo sempre anni luce sopra quello che offrono gli altri, ma che senso ha alle p r i m a r i e votare turandosi il naso?

Ma soprattutto perché ho capito che  l’unico modo per votare è di entrare e provare a cambiare qualcosa. E fino a che non lo faccio, il mio voto non serve.

Il partito dovrebbe andare a lezione da Gianni Morandi

Ritornare a casa

E’ sempre più difficile, ritornare a casa. Quando sono fuori in qualche modo sopravvivo, il dolore è meno forte e l’immaginazione non è così vivida. A casa invece tutto ti sbatte in faccia. Gli sbalzi d’umore, le telefonate, la mancanza di futuro.

Anche i momenti di piccola gioia con i bambini sono quasi rovinati dall’incombere del cambiamento. E temo sarà così anche nel futuro, quando non sarà più casa mia.

Se mi sono rassegnato su tante cose (e sottolineo se), su questa ancora fatico, sul pensiero della genitorialità separata, del non poter più avere quei momenti di gioia insieme che erano parte del senso della vita. Saranno diversi, ci saranno ancora ma diversi, e mi mancheranno.

Le cose cambieranno, l’acqua e il tempo le lisceranno, riusciranno a trasformare l’amore  e l’odio in qualcosa di neutro? In qualcosa confuso tra il rispetto e il distacco?  L’affetto, ora, fa troppo male dentro solo nell’essere nominato. Questa ordalia come potrà avere un lascito d’affetto?

E se lei non riuscirà a contenere il suo egoismo, se trascenderà il rispetto  nel nome del suo principio di potenza?  Se potessi essere sicuro che questo non accadrà forse dormirei di più e meglio. Anche questo fa parte dell’abbandono,  di questo abbandono, il non potere, nel lutto, essere pienamente padroni del proprio destino.

Che soundtrack può avere questa serata triste?  Mina, per ricordarmi dei miei errori

Alison 3

Siamo in macchina, nella Ami 8 arancione, è una domenica pomeriggio di elezioni e siamo andati al cinema. E esce un diluvio universale, con la grandine e una cortina d’acqua e ci dobbiamo fermare e per 5 minuti siamo io e te in mezzo al nulla. Esce il sole, andiamo a votare e per una volta vinciamo. Era giugno, credo.

Qui Ivan della Mea parla del 16 giugno di qualche anno prima. Non ricordo altri  giugni così vittoriosi

Redistribution

Definitively a hot topic.

http://www.americanprogress.org/events/2013/11/25/80048/an-address-by-the-president-of-the-united-states-the-honorable-barack-obama/

Was watching MSNBC early morning yesterday – an interesting round table where the head of Morgan Stanley in Asia (not really an extremist!!!) was assessing the obvious – that the shift of wealth from labor to capital is THE problem of the current times in the developed word. The subprime crisis is over since 4 years – what we have now is a very different problem.

What was completely absurd  was that one of the panelist – did not catch the name – was still adamantly defending the concept of maket self regulation.

For how many years will we have to listen to that before the myth is dismantled. Or, in other words, how strong the corporate power is?

 

E-Commerce and Small Commerce

I just stumbled in those two articles  – found interesting to connect them.

One one side, Bezos, in a typical Amazon no-hostages-taken style http://allthingsd.com/20131202/afraid-amazon-will-crush-your-small-business-complaining-is-not-a-strategy-says-ceo-jeff-bezos/?mod=atd_daily_email_list  saying that “complaining is not a strategy”.  True.  Reacting is the strategy.

This is the interesting part of the interview. Makes you really feel like opening a small neighbourhood bookstore tomorrow.

Charlie Rose: A lot of small book publishers and other smaller companies worry that the power of Amazon gives them no chance.

Jeff Bezos: You got to earn your keep in this world. When you invent something new, if customers come to the party, it’s disruptive to the old way.

Rose: Yeah, but I mean, there are areas where your power’s so great, and your margin — you’re prepared to make it so thin — that you can drive people out of business. And you have that kind of strength, and people worry: Is Amazon ruthless in their pursuit of market share?

Bezos: The Internet is disrupting every media industry, Charlie. You know, people can complain about that, but complaining is not a strategy. Amazon is not happening to book selling; the future is happening to book selling.

The second http://allthingsd.com/20131202/emotionless-e-commerce-and-the-death-of-the-joy-of-gift-giving/?mod=atd_daily_email_list is an article on how dumb and depressingly efficient is to buy on Amazon (et al.); and it shows a possible opportunity to resist to the power of scale. But it is hard, and requires focus  and possibly more and more consumer awareness about how large companies use and treat consumers.

Do no evil. ha.

 

 

Alison 2

Fast forward – 35 anni.   Alison, mentre ho il cuore spezzato per altri demeriti a lei del tutto estranei, mi dice con gentilezza che lei in un uomo cerca altro. Altro cosa? Che modo crudele di tentare di uccidere un sentimento che è forse ormai omeopatico ma che è dolce e soprattutto innocente.

Io, in un sussulto di autostima, mi sento molto ma molto più giovane di lei. E pronto a cambiare molte cose. A questo punto non con lei, e mi dispiace. Sarebbe stato bello invecchiare insieme.

Alison 1

Inizia in una assemblea di classe. Io sono il “grande” che viene a dare la linea a voi di prima. Continua al parco, d’inverno, sulle panchine nella nebbia. E sul mio Ciao, quando tu mi infili le mani nelle tasche del giaccone. E si congela in una foto al bordo di un campetto di calcio, dove i tuoi occhi ridono e tu hai per sempre quindici anni. Quelli si, gli amori dei quindicenni quando hanno davvero quindici anni, quelli sono veri. Poi, velocemente, muore. ma non per me.

E Saba mi fa capire cosa non ho avuto.

    Io non so più  dolce cosa      dell’amore in giovinezza,      di due amanti in lieta  ebbrezza,      di cui l’un nell’altro muore.  

     Io non so più gran dolore      ch’esser privo di quel bene,      e non porto altre catene      di due braccia ignude e  bianche,  

     che se giù cadono stanche      è per poco, è a breva pace.      Poi la sua bocca che tace,      tutto in lei mi dice: ancora.  

     Spunta in ciel la rosea  aurora,      ed il sonno ella ne apporta,      che a goder ci riconforta      della grande unica cosa.