@Justine Sacco.
In Italy there is at least one person telling the truth – sacking you while KKK meetings are legal – is so weird.
“L’amaca” di Michele Serra, sulla Repubblica di oggi 22 dicembre.
@Justine Sacco.
In Italy there is at least one person telling the truth – sacking you while KKK meetings are legal – is so weird.
“L’amaca” di Michele Serra, sulla Repubblica di oggi 22 dicembre.
Almeno nelle cose del mondo ogni tanto vorrei parlare di notizie e fatti – quasi incondizionatamente – positivi. Oggi ne ho trovati almeno due.
Sono cominciate in anticipo le olimpiadi invernali. La grazia a Khodorkovski è solo una manovra di pr, ma ciò non toglie che il suo stare in prigione fosse una ferita aperta nel sistema russo. Ce ne sono altre migliaia, e sicuramente i soldi residui che Khodorkovski aveva sono stati strumentali nel mantenere viva l’attenzione nostra (intesi come opinione pubblica) per lui. E questo non accade per tutti gli altri. Comunque è libero, e io sono contento.
Renzo Piano ha dato una lezione di stile e di intelligenza ai beceri che infestano la nostra classe politica. Leggete qui.

Quintino Sella, ai piedi del Monviso.
Io sono eroico, con le mie scarpe comprate il giorno prima a Paesana ho più vesciche che pelle ma non ho emesso un lamento. Non davanti a te, non davanti a tuo padre.
Ci sono riuscito, vi sono rimasto attaccato, sono degno di una famiglia di montanari, e la mia ricompensa sono i piedi nudi in un ruscello gelato, e la tua mano nella mia all’inizio della notte.
Oggi all’open day della Leonardo ho visto solo maestre contente.
Con il sorriso sulle labbra, una mano ad scompigliare i capelli dei bambini ogni volta che gli passavano vicini.
Senza frustrazioni, e se le avevano non avevano il bisogno di mostrarle a noi genitori come per giustificarsi in anticipo per qualcosa che non funzionerà.
Senza essere sopra le righe, senza dare la sensazione di venderci un prodotto. Solo orgogliose del loro lavoro e della loro scuola.
Certo forse hanno selezionato le più felici o le più brave o le più espansive per accompagnarci. Forse ci hanno ingannato.
Ma l’hanno fatto così bene che non posso che credere che sia una scuola dove mia figlia potrà esser felice.
In questi lunghi giorni una delle cose più difficili è tenersi dentro quello che si prova. Potersi sfogare solo con pochi, non potere cantare a squarciagola la propria canzone. Non poterla sussurrare a chi si vorrebbe farlo.
Certo, essere forti e composti è importante. Certo, leggi le cronache della resistenza e i condannati a morte affrontarla con il sorriso sulle labbra e li ammiri. Ma se ci pensi, quanto deve pesare quel sorriso.
Qui siamo più leggeri, qui non muore nessuno ma anche qui il sorriso ha un peso sproporzionato. Il sorriso che vorrebbe farsi diverso, uscire dalla sua bidimensionalità facciale ed essere un abbraccio, una carezza, una proposta.
Ho una canzone precisa in mente, ma mi rendo conto che sarebbe troppo, e che in molti mi cancellerebbero e che in molti riderebbero di me. Quindi lascio solo le 4 righe più belle…. stavo in fila /con i disillusi / tu mi hai raccolto come un gatto / e mi hai portato con te.
E allora per colonna sonora uso questa – che non è la cosa che vorrei davvero sussurrare oggi ma che, lo stesso, parla di quello che ho dentro e che non ho il diritto di dire.
So che può sembrare inventato ma io e te siamo anche andati alla festa dell’unità di Sesto Ulteriano, tu eri ancora a scuola, e forse eravamo andati per vedere la tua amica Enrica?
Insomma lì non c’erano dibattiti, lì si ballava, e ballando io non ho mai dato il meglio, quindi ancora non so perché, tornando, la mia 500 si è fermata a un semaforo tra i capannoni e ti ha visto che mi baciavi.
E anche il semaforo ci ha visti baciarci, per tutto un rosso ed un verde ed un giallo e ancora un rosso. Rosso come la bandiera 🙂
Sonno sonno sonno, e nessun successo nel dormire. Come siamo costruiti buffi.
Oggi i due aiutanti mi hanno dato i seguenti consigli. Difenditi. Vattene. Parlane. Non parlarne. Aspetta. Agisci. Cambia. Resta come sei.
Loro lo fanno per il mio bene, si vede che ci sono parecchi me di questi tempi e devono accontentarli tutti.
Oggi, se fossi stato foco le avrei fatto una carezza. Io, che sono il debole. E’ come se fosse debole anche lei, indebolita.
Oggi i miei figli grandi mi hanno dato forza, mi hanno riempito di carezze dell’anima.
La buonanotte è per tutti quelli che amo
Domani devo vedere due strizza. A mezz’ora di distanza l’uno dall’altro, e credo sia un record.
Forse mi aiutano, forse no. Io certo non aiuto loro, sono un caso semplice. E poi devo vedere mio figlio, quello grande che è tornato dall’Inghilterra per Natale. Forse anche lui mi aiuterà. Forse un giorno ne scriverò, di tutti questi figli. All my sons.
Se tutto potesse davvero, domani, cominciare a girare al contrario. Non per tornare indietro, ma per andare avanti. Ma non avanti come vuole , avanti come voglio. Avanti per combattere per quello che desidero. Credo sempre meno all’effetto lenitivo del tempo. Credo che il tempo complichi e tolga, non credo che dia e non credo che risolva.
Cosa fareste se foste innamorati di Jeanne Moreau? Aspettereste che il tempo ve la faccia dimenticare?
On s’est connus, on s’est reconnus.
On s’est perdus de vue, on s’est r’perdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est séparés.
Dans le tourbillon de la vie.
Febbraio – ancora, una festa di carnevale. A casa tua, tra tutti i posti dove farla. Io odiavo mascherarmi, odiavo le feste, e le odio ancora. L’unica condizione che può portarmi contento, o almeno a darmi una ragione d’essere a una festa è qualcuno da volere. Qualcuno da cercare, qualcuno da corteggiare.
Tu. Se non che tu, si proprio tu, ti stai baciando nella tua cucina che io ho sempre considerato anche mia da quando abbiamo aperto insieme le ostriche (ma questo è un altro frammento).
La stessa cucina dove abbiamo preso decine di the con una nuvola di latte. E non ti stai baciando con un misterioso nuovo uomo ammantato di fascino e di esotismo. Ti stai baciando con il mio altro migliore amico, dopo che con il primo abbiamo fatto per anni come Jules e Jim tranne che tu stavi solo con Jules e non con Jim. E non è alto e bello come Paolo. E io, sordo e cieco come al solito, sono devastato.
Insomma io passo davanti alla cucina per caso e mi ritrovo dentro il bagno a piangere disperato. Ma dentro il bagno qualcuno – chissà se oggi lo farà alla feste dei bambini – sta dipingendo le facce. Io ritrovo il mio contegno (il fuori deve essere sempre diverso dal dentro) e mi faccio disegnare una lacrima nera, che tengo per tutta la peggiore festa di carnevale della mia vita.
Certo, ci si rialza anche da queste cose
“Nel decreto legge sull’agevolazione ai comparti industriali segnalo una misura
per favorire la lettura dei libri“. Tra gli interventi
previsti, infatti, annuncia “la detrazione fiscale del 19% del prezzo dei libri,
un punto importante che ha a che vedere con la diffusione dei libri e della
cultura”.
Se lo fanno davvero, è una di quelle piccole cose con un significato enorme. E poi i biglietti per il teatro, le mostre…..
Evviva, si meritano un inno per ricordarsi di non essere (solo) democristiani.