In questi lunghi giorni una delle cose più difficili è tenersi dentro quello che si prova. Potersi sfogare solo con pochi, non potere cantare a squarciagola la propria canzone. Non poterla sussurrare a chi si vorrebbe farlo.
Certo, essere forti e composti è importante. Certo, leggi le cronache della resistenza e i condannati a morte affrontarla con il sorriso sulle labbra e li ammiri. Ma se ci pensi, quanto deve pesare quel sorriso.
Qui siamo più leggeri, qui non muore nessuno ma anche qui il sorriso ha un peso sproporzionato. Il sorriso che vorrebbe farsi diverso, uscire dalla sua bidimensionalità facciale ed essere un abbraccio, una carezza, una proposta.
Ho una canzone precisa in mente, ma mi rendo conto che sarebbe troppo, e che in molti mi cancellerebbero e che in molti riderebbero di me. Quindi lascio solo le 4 righe più belle…. stavo in fila /con i disillusi / tu mi hai raccolto come un gatto / e mi hai portato con te.
E allora per colonna sonora uso questa – che non è la cosa che vorrei davvero sussurrare oggi ma che, lo stesso, parla di quello che ho dentro e che non ho il diritto di dire.
Ciao caro amico,
perdonami se ti ho trascurato in questi giorni ma ho passato un periodo peggiore del solito dove ho fatto molta fatica a risponderti e leggere i tuoi post mi devastava il cuore. Ho evitato per un po’ di prendere la metropolitana per non avere dubbi sul come prenderla ed adesso sto un pochino meglio.
Non posso non notare come i tuoi post che riguardano i figli siano più leggeri, con una maggiore dose di speranza. Te l’avevo detto che in loro avremmo trovato una fonte di energia, di ispirazione, di resistenza. Con i miei mi sto divertendo molto. Complice una assenza prolungata della madre, erano tutti miei per un sacco di giorni e ci siamo ritrovati immersi in una atmosfera più leggera, più giocosa, un piccolo sorso di energia che mi ha aiutato ad uscire dal buco in cui ero caduto e che mi ha ricostruito qualche pezzetto del cuore. Sono sempre in una palude ma da quel buco sono riemerso e ieri ho ripreso la metropolitana senza troppi dubbi. Piccole conquiste pratiche, piccoli passi possibili.
Io a distanza di 152 giorni ho capito che non è lei la causa della mia crisi ma che tutto dipende dal fatto che sono solo. Da 10 anni mi sveglio e non trovo accanto a me la persona che amo, da 10 anni non mi sveglio alle 3 per svegliarla e fare l’amore. E’ questo che mi ha distrutto ed è questo a cui devo lavorare. Se vuoi ti consiglio il mio psico ☺. Attento però perché recentemente mi ha raccomandato lo speed dating. Ho pensato che stavo buttando via il mio tempo e gli ho sorriso. Non sono nemmeno capace di accorgermi della presenza di un’altra donna, figurati lo speed dating.
Almeno la tua ragazza è stata onesta e te ne ha parlato apertamente. Questo ti consente di soffrire, affrontare il problema, gestire la situazione, pensare di riconquistarla. La mia invece passa da sms dove dichiara di amarmi, a silenzi di giorni lasciandoti in un oblio che ti distrugge dentro. Ovviamente, amandomi così tanto, non mi vuole nemmeno vedere e sono passati 45 giorni dall’ultima volta che l’ho vista.
Quando mi chiama, sul mio telefono appare la sua foto. Non credo di averti mai detto quanto lei sia meravigliosamente bella, somiglia a Grace Kelly. Non ho messo una foto dei tempi felici, ne ho messa una recente, una posteriore alla crisi, che mi ricordi che quella donna è quella che mi sta dilaniando il cuore con i suoi silenzi e le sue assenze, che quel sorriso, sempre così spettacolare, non è più quello che mi illuminava il cuore.
Riconquistarla. Già, io saprei come fare per riconquistarla. Ci riuscirei anche in tempi non lunghissimi. Non lo faccio perché so che dovrei cambiare troppo, dovrei smettere di essere me stesso, dovrei tradirmi in qualche modo. Tu invece? Perché non la riconquisti? Non ti mancano i mezzi tecnici e credo che lei sia persino più incasinata di te. Perché non lo fai? Dove sono finite le tue energie? Credo che rispondendoti a questa domanda, faresti un passettino in avanti. A me è servito.
Ho appena scaricato sul telefono la tua canzone. Non c’era nella mia playlist del dolore e la aggiungo volentieri. Oggi in auto me la ascolterò pensandoti. In cambio ti regalo una canzone che ascolto molto in questi giorni. Arisa canta Viva la vida. Mi piace l’interpretazione ed il testo. Non so se ti piacerà ma eccola qui http://www.youtube.com/watch?v=lGblGP8thmk
Caro Ulisse, Arisa è carina e anche Dobelli che ho cominciato, soprattutto il confirmation bias è così un grosso masso sul mondo di questi tempi dominati dagli aggregatori automatici.
Ma a parte questo.
le mie energie sono in un cassetto chiuso a chiave e lei ha la chiave. Sono tantissime ma lei non vuole aprire il cassetto, o non sa come fare.
I ragazzi certo che fanno pensare positivo, e sono magnifici e belli e spensieratamente vicini. Ma loro non sono noi, e non lo dobbiamo dimenticare. Loro sono altro in queste terrificanti complicazioni del cuore, ed è bene che sia così, che ne restino fuori, e per restarne fuori la cosa più importante è che non rappresentino mai la salvezza. Chi mi dice “i ragazzi ci saranno sempre” dice una verità ovvia che può diventare pericolosa. Io non voglio loro, loro ci sono già ….
La mia psico è una femminista toscana di 65 anni, simpaticissima. Mi dice “sarò dura” e mi dice cose che ho pensato mille volte. Mi dice di non fare cose che non farei comunque, tipo lo speed dating. Chissà se è perché di un altra corrente o solo perché siamo sfalsati con i tempi. Niente post oggi, volevo solo risponderti.