Si sta di una tristezza notevole in questi giorni, proporzionale al freddo, al rifiuto, allo spreco, al mancato allinearsi dei desideri e delle fortune. Stimolata dalle perdite, mitigata dai sorrisi e dagli odori dei tuoi figli, dalla loro forza e dalla loro fragilita’ che richiede la tua solidita’ e la rigenera. E’ come se la dimensione collettiva non abbia senso senza quella privata, come se la delusione personale, intima, ricopra di una patina di inutilita’ l’affermazione o il fallimento pubblico, trasformi ogni tentativo di fare una differenza in un giochino patetico che si sgretola al primo impatto con un ostacolo.
Come se i cattivi e i buoni non contassero nulla senza una mano da stringere.
Come se diseguaglianza ed ingiustizia, bugie e inganni collettivi, arroganza e hybris, slealta’, egoismo ed ambizione senza freni etici, tradimento, manipolazione, come se tutto quello a cui vale la pena resistere non fosse davvero importante, non senza un piede da riscaldare. S’ha da trovare un rimedio a questa accidia dello spirito che avanza, un rimedio dal di dentro. O dal di fuori.