Ero ad un evento di una nota societa’ di software. La migliore, tra l’altro.
Una presentazione diceva piu’ o meno “oggi collaboriamo scambiandoci allegati alle email, la nuova frontiera sara’ collaborare su una singola copia di un documento”.
Un’altra, sempre piu’ o meno, affermava stupita che ” la forza lavoro e’ sempre piu’ mobile e ci vogliono tecnologie che aiutino ad accomodare questa transizione”.
Io, seduto a fare lo spettatore, dicevo al mio vicino che queste cose ce le dicevamo gia’ quindici anni fa. E gli strumenti c’erano gia’, quindici anni fa.
E questi strumenti ora sono alla versione 15 e funzionano benissimo, solo che forse non li vogliamo usare perche’ non si adattano davvero al nostro modo di essere. La comunicazione, il lavorare in gruppo, e’ attivita’ molto piu’ verbale che scritta, quando si scrive si e’ da soli o in gruppo davanti al proprio documento. E il problema nell’ essere connessi con il nostro mondo lavorativo non e’ di avere nuove versioni di Skype (chi le ha viste, comunque….), e’ la copertura 3G e la qualita’ del WiFi nei bar (da Milano a Londra a Mosca).
Pensavo che tutta la nostra industria non ha portato nulla di nuovo nella nostra vita da cosi’ tanti anni. L’innovazione e’ finita e stiamo facendo dei giri intorno al palo del profitto?